CARAFOLLIA
Dicembre 2012

Teatro dell'Orologio - Via de'Filippini, 17 - Roma

Tel.06.6875550 - 06.68392214

CARAFOLLIA
di Claudio Carafoli

Un regista alla sua prima esperienza, dopo aver organizzato i provini a cui partecipano solo 4 attrici decide nella sua "carafollia" di portare in scena comunque il suo lavoro. Con grande fatica e molta fantasia sarà lo spazio scenico a fornire all’artista il contributo per la sua messa in scena. Una ironica commedia sul senso intimo del teatro e dei suoi retro-scena.
Coreografie  Valentina Traini   Costumi  Valentina Carlone
Foto  Elisa Bertocchi   Assistant  Eleonora Catapano
Aiuto regia  Gianni Manusacchio  Barbara Rizzacasa
Ufficio Stampa: Mara Fux

musiche  
Jean Hugues Roland

regia   Claudio Carafoli
Ma Caligola non è morto

«Attraverso Caligola, per la prima volta nella storia, la poesia provoca l'azione e il sogno la realizza. Lui fa cio' che sogna di fare». Albert Camus immagina che a dirlo sia Cassio Cherea nel suo «Caligola», mentre Claudio Carafoli ne fa il principio su cui costruire uno spettacolo sospeso tra sogno e realtà: «Carafollia», in scena fino al 23 dicembre al Teatro dell'Orologio.La follia da un lato è quella dell'imperatore inebriato dal potere, dall'altro quella di un inesperto ma ambizioso regista che in sette giorni mette in scena l'opera di Camus. L'impresa è così enorme, e il paragone con i nomi illustri che lo hanno preceduto (da Carmelo Bene a Franco Branciaroli) talmente insostenibile, da spingere il ragazzo a modificare il titolo in «Kaligola».«L'anagrafe e l'esperienza mi allontanano dal protagonista, ma lo spunto è autobiografico - racconta Carafoli, autore e regista della pièce -. Avevo riletto Caligola e pensavo a una possibile messa in scena quando fui invitato a un festival. Non potendo realizzare il mio progetto nel poco tempo a disposizione, scrissi una commedia su come sarebbe potuta andare».Si parte dagli sgangherati provini con le uniche improbabili attrici che rispondono alla chiamata del megalomane e sconosciuto regista, interpretato da Tiziano Floreani, e della sua assistente (Paola Tripodo). A vestire con versatilità i panni di Gioia, Nora, Felpha e Nerda, impacciate e prive di talento nella realtà del «Kaligola» ma intense e impeccabili nelle visioni del suo regista, sono Alessia Francescangeli, Eleonora Gnazi, Domiziana Loiacono e Valentina Traini.«Li seguo negli scalcinati momenti che precedono il debutto, una prova di teatro nel teatro - commenta Carafoli - portando sul palco anche la grandiosa messa in scena che il regista realizza solo nella sua mente, in quel delirio di onnipotenza che ne fa l'alterego di Caligola».

Distefano Natalia (Corriere della sera)


RASSEGNA STAMPA
Annamaria Fittipaldi
dall'11 al 16 dicembre
nel ruolo di "Bella Gioia"
Rossella Pugliese
dal 18 al 23 dicembre
nel ruolo di "Nerda"
Foto di scena in "Galleria"
da "Marzullo" su Rai1                                  Intervista su Rete Oro
Il cast della prima a "FontanonEstate 2012"
Tiziano Floreani - Paola Tripodo
Eleonora Gnazi - Domiziana Loiacono - Cristel Checca - Valentina Traini
 
Trailer
Teatro - Indice
Il mondo del teatro visto dal teatro: Claudio Carafoli presenta Carafollia
Una divertente commedia volta a ironizzare sul mondo del teatro e i suoi protagonisti,  interpretato da un talentuoso Tiziano Floreani e un gruppo di giovani attrici promettenti.

Un eccentrico regista, coadiuvato dall’assistente portoghese, ha intenzione di mettere in  scena un rivoluzionario spettacolo teatrale sulla vita dell’imperatore Caligola, per  l’occasione ribattezzato Kaligola, e apre i casting ad aspiranti attrici e starlette. Ai  provini si presentano solo quattro ragazze dalle dubbie potenzialità artistiche, e il  regista si trova costretto ad assumerle tutte: Gioia Bella, bassina e poco dotata, Eleonora  detta “Nora”, la svampita del gruppo, Felpha, saputella da wikipedia, e Nerda,  eccessivamente timida. Le ragazze sono totalmente incapaci e lo spettacolo, a soli sette  giorni dal debutto ufficiale, non è ancora pronto. Il Maestro (questo lo pseudonimo del  regista) è continuamente pervaso da crisi isteriche, e a ogni défaillances artistica delle  sue attrici, cambia totalmente registro alla pièce da rappresentare. Tenta con ogni mezzo di  tirar fuori la vena artistica nelle sue attrici, sottoposte a prove di recitazione, canto,  ballo e sensualità, ma le ragazze sono negate in qualsiasi disciplina; al Maestro non resta  che sognare la perfezione del suo progetto e - proiettati in un’atmosfera onirica - le  ragazze diventano improvvisamente impeccabili attrici, cantanti, ballerine, femme fatale,  idealizzando l’obiettivo finale del regista. La realtà, pero', prende ogni volta il  sopravvento, e non sarà facile per il protagonista completare il suo show.

Tra citazioni colte, comicità allo sbaraglio e un pizzico di dosata follia, Claudio Carafoli  presenta Carafollia, ironica commedia sul mondo del teatro.

Ragazze senza alcun talento che vogliono lavorare nel mondo dello spettacolo, e registi  dall’eccessiva e volubile sensibilità, sono i protagonisti di una commedia che fa riflettere  (divertendo) sul dorato mondo dello showbiz avvolto da molteplici sfaccettature quali  invidie, gelosie, stress ed egocentrismo. Il versatile Tiziano Floreani da sfogo al suo  talento artistico interpretando un personaggio difficile, per quanto comico e grottesco,  turbato da profondi cambiamenti di personalità e sbalzi d’umore: da cantore d’operetta a  ballerino francese, dai monologhi dinanzi lo specchio ai romantici versi alla luna. Le  aspiranti attrici sono interpretate da quattro ragazze che, a differenza dei loro  personaggi, di talento ne hanno da vendere; mentre il ruolo della segretaria un po’ goffa e  irriverente è interpretato dalla simpatica Paola Tripodo.

Su musiche di Jean Hugues Roland e coreografie di Valentina Traini, le aspiranti attrici  Alessia Francescangeli, Eleonora Gnazi, Domiziana Loiacono, e la coreografa Valentina Traini  (durante il periodo di messa in scena della pièce, due di esse saranno sostituite  temporaneamente da Annamaria Fittipaldi e Rossella Pugliese) delizieranno il pubblico del  Teatro dell’Orologio alternando movimenti goffi e buffi dei personaggi da loro interpretati  a balletti e movenze sensuali rappresentati in sogno dal regista.

Carafollia si propone al pubblico come una commedia non pretenziosa che ha l’unico obiettivo  di rilassare, facendo trascorrere un paio di ore in allegria a chi accorre a vederlo.  Scritto e diretto da Claudio Carafoli, navigato attore e regista teatrale, lo spettacolo  sarà in scena al Teatro dell’Orologio fino al 23 dicembre 2012.

Salvatore Carrubba

Un talentuoso regista teatrale seleziona delle aspiranti attrici per inserirle nella prospettiva di poter realizzare una sua prima opera dedita all’interpretazione del personaggio dell’imperatore romano Gaio Giulio Cesare Germanico soprannominato Caligola reso noto per la sua stravaganza, eccentricità e depravazione, tramandandone un’immagine di despota. Con grande fatica, fantasia ad iosa e l’apporto di sole interpreti femminili, sarà lo spazio scenico a fornire allo stesso artista il contributo per la messa in scena di una ironica commedia sul senso intimo del teatro e dei suoi retroscena. La società di produzione e di ricerca teatrale Cubatea in collaborazione con Teatri & Culture hanno presentato, al Teatro dell’Orologio di Roma, questa opera teatrale, Carafollia scritta da Claudio Carafoli, ed interpretata dai giovani attori emergenti come Tiziano Floreani, Alessia Francescangeli, Eleonora Gnazi, Domiziana Loiacono, Valentina Traini, Paola Tripodo. La regia è stata curata sempre da Claudio Carafoli, l’aiuto regista Barbara Rizzacasa, le musiche da Jean-Hugues Roland, i costumi di Valentina Carlone, con l’organizzazione di Carlo Dilonardo. Il pubblico ha saputo apprezzare l’ironia dello spettacolo ed ha largamente confermato l’apprezzamento sia al regista che hai giovani attori, che all’intero staff.

Articolo a cura di Giuseppe Del Greco

“Carafollia”, tra sogno e risata
Dopo il successo della rassegna Fontanone Estate, la compagnia del regista Claudio Carafoli, porta sul palco della sala Gassman, nel Teatro dell’Orologio, un’ironica commedia sul mondo del teatro: Carafollia. In soli sette giorni un eccentrico e tormentato regista (interpretato da Tiziano Floreani), aiutato dalla sua assistente spagnola Peta (Paola Tripodo), deve mettere in scena una “commedia tragedia irriverente”, “un”Caligola con la K”, diversa come mai da tutte quelle rappresentate. Le attrici, pero' non si rivelano da subito all’altezza dell’arduo compito. Gioia, Nora, Felpha e Nerda (Eleonora Gnazi, Domiziana Loiacono, Valentina Traini, Paola Tripodo), le uniche che si presentano all’audizione, devono imparare la recitazione, il canto e il ballo, dagli insoliti insegnamenti di un regista eclettico e volubile, ora ballerino in gonnella, ora canterino francese. Le ragazze si giostrano tra esibizioni inizialmente buffe e divertenti e vere e proprie performance artistiche, accompagnate dalle musiche di Jean-Hugues Roland. Dialogando con se stesso - e per qualche battuta con un immaginario tecnico di luci e musica (Alessio)- il regista cerca nel suo animo la forza e la follia per interpretare un personaggio così controverso: portare in scena dunque un imperatore esaltato e vanitoso che interroga lo specchio («Specchio, specchio del mistero, sii sincero, chi è il più bello dell’Impero?») e si lascia sedurre dalla luna, ma anche un uomo sofferente e innamorato, che canta con disperazione. Una commedia riuscita e ben recitata, dove le attrici, a differenza dei loro personaggi, dimostrano una grande presenza scenica, con un attore talentuoso e poliedrico, che riesce efficacemente a interpretare le multiformi sfaccettature del regista, che diventa sempre più lo specchio di Caligola. Un palco scenico essenziale, arricchito solo da qualche cubo e uno studiato gioco di luci, è tutto quel che serve per rompere la linea fra le poltrone e il palco, proiettando lo spettatore nelle alterne dinamiche del mondo teatrale: le gelosie, la disciplina e lo stress, che accompagnano gli attori nella costruzione dello spettacolo. Una sceneggiatura originale e coinvolgente, che alterna momenti estremamente divertenti ad altri più malinconici e onirici, non privi di numerosi spunti di riflessione.

Laura Ballerini

"Carafollia, il nuovo spettacolo di Claudio Carafoli al Teatro dell’Orologio di Roma fino  all’11 novembre, ironizza sul senso intimo del teatro e dei suoi retroscena con un  superlativo Tiziano Floreani e cinque talentuose giovani attrici."

«Specchio, specchio del mistero, sii sincero, chi è il più bello dell’Impero?» guardando la propria immagine, mentre si carica la bocca di rossetto, recita un Caligola mai visto; quello scritto e diretto da Claudio Carafoli, che con Carafollia arriva al teatro dell’Orologio dopo il successo ottenuto ad agosto nell’ambito della rassegna FontanoneEstate, sorprendendo il pubblico della piccola e accogliente Sala Gassman.
Protagonista un talentuoso Tiziano Floreani che mette corpo e anima in questo spettacolo, che vuole omaggiare appunto l’imperatore Caligola (scritto pero' con la “K”); ricoprendo il ruolo di regista alla sua prima messa in scena, darà vita a un bizzarro allestimento, supportato da una stramba assistente spagnola, Peta, e da quattro aspiranti attrici, le uniche che si sono presentate all’audizione: Gioia Bella, Eleonora detta Nora, Felpha e Nerda.
I loro nomi accompagnati da esilaranti presentazioni trascinano da subito il pubblico fino al tanto atteso momento; la partecipazione è talmente forte che ogni spettatore sembra tutt’uno col palco, dove ognuno dei personaggi vive e realizza un sogno più che un vera e propria pièce.
«Attraverso Caligola, per la prima volta nella storia, la poesia provoca l’azione e il sogno la realizza. Lui fa cio' che sogna di fare»: si legge questo nella versione di Caligola di Albert Camus del 1941, e in Carafollia c’è tutto questo. C’è la poesia, quella che il regista-attore, dedica alla luna e che gli dà la giusta carica per continuare le prove e c’è la dimensione onirica, che vive sempre nella mente del carismatico Kaligola, quando immagina la perfezione nel corpo e nella voce delle quattro fanciulle che lo accompagnano, in contrapposizione a frasi come «insudiciate l’arte» gridate alle stesse, sul palcoscenico (piano reale della commedia), in momenti di sconforto.
Un approccio meta-teatrale che approfondisce l’aspetto umano e quello scenico, dunque, ricco di momenti comici, ma anche carico di riflessioni.
E se la follia è quella che rapisce il bravo e bel «maestro», «signor direttore» che canta, balla, recita, diverte e che in un monologo afferma essere tanti i talenti che hanno segnato il suo percorso, ben venga il teatro come questo, supportato da valorose interpreti come Alessia Francescangeli, Eleonora Gnazi, Domiziana Loiacono, Valentina Traini e Paola Tripodo, che a differenza del ruolo che interpretano, dimostrano una accurata preparazione.

Alessio Neroni - PERSINSALA - Rivista di Arte e Teatro

Teatro Orologio. La brezza leggera di Carafollia

Una ventata di euforia e di freschezza ha attraversato il Teatro dell’Orologio, a Roma, tra il 23 ottobre e l’11 novembre. Ne siamo rimasti travolti anche noi. Carafollia, questo è il titolo dello spettacolo scritto e diretto da Claudio Carafoli, interpretato poi con verve dall’incontenibile Tiziano Floreani insieme a un gruppetto di attrici senz’altro da tenere d’occhio, per quel mix di bravura, bellezza e attitudine alle performance musicali che tutte, in misura magari differente, hanno dimostrato di poter esprimere.

Più in particolare, avevamo già visto all’opera Tiziano Floreani e una delle interpreti, Eleonora Gnazi, in un altro spettacolo dello stesso Carafoli: Sopra la panca. E sommando queste differenti esperienze da spettatore ne viene fuori, innanzitutto, la figura di un autore brillante, che ama affidarsi ad attori preparati e versatili per ridefinire i contorni del comico, approcciato con un occhio alla genuinità del rapporto col pubblico e un altro alla volontà di sperimentare.

Difatti il meccanismo della risata, nei testi di Carafoli, sembra agire sempre su più livelli, passando con disinvoltura dai più spigliati giochi di parole e da altre forme decisamente popolari di intrattenimento a una ludica (e lucida)  frammentazione dei criteri della messa in scena, per cui si mettono in discussione con leggerezza e allegria i ruoli degli interpreti, le coordinate spazio-temporali della narrazione, la natura stessa dei cliché in uso nella commedia. La struttura dello spettacolo si colora quindi di una vivace, spesso ardita manipolazione del processo creativo. Ed è così che in Carafollia (verrebbe naturale pensarlo, già dal nome, come un manifesto delle scelte autoriali e delle idee del regista: Carafoli vs. Carafollia) si è approdati infine a un impianto meta-teatrale: vi si rappresenta infatti, senza risparmio di ironie, il tentativo di mettere in piedi uno spettacolo da parte di una compagnia improvvisata e inesperta.

L’incipit della pièce consiste proprio negli scalcinati provini, con quattro attrici o aspiranti tali (interpretate nella fattispecie da Alessia Francescangeli, Eleonora Gnazi, Domiziana Loiacono, Valentina Traini) che vengono messe alla prova, con esiti spesso farseschi, da un regista eccentrico e nevrotico (Tiziano Floreani) coadiuvato dalla sua fedele assistente (Paola Tripodo). Entrambi fuori campo rispetto agli sguardi del pubblico, questi due, fino a quando non parteciperanno direttamente alla preparazione dello spettacolo raggiungendo sul palco le ragazze selezionate (le uniche presentatesi, del resto); tutto cio' in un tripudio di incomprensioni e approssimazioni che dovrebbe poi portare, in pochi giorni, all’allestimento dell’improbabile Kaligola con la kappa pensato dal giovane, tormentato regista.

Il meta-teatro si riflette quindi, all’interno di Carafollia, in quelle prove che riescono prima di tutto a evidenziare le capacità, il talento e la freschezza del cast messo su dal buon Carafoli. Sono in particolare le quattro protagoniste a lavorare, attraverso un doppio registro, sullo schema portante dello spettacolo, che le vuole estremamente imbranate ogniqualvolta provino a recitare, cantare o danzare per l’ormai imminente Kaligola, mentre nei sogni del regista successivamente messi in scena, le stesse ragazze sembrano distinguersi per impegno e bravura. Un sapiente gioco di luci accompagna questi momenti allucinatori. La brillante versatilità delle attrici vi risalta quindi insieme all’istrionismo di Tiziano Floreani, capace anche qui di ardite performance vocali e strepitosi monologhi che hanno saputo conquistare, poco alla volta, il pubblico del Teatro dell’Orologio. Tra risate e applausi a scena aperta, Carafollia è una brezza leggera da cui ci si fa volentieri trasportare.

Stefano Coccia

"Sogni Perfetti"

Carafollia
è prima di tutto una commedia. Il racconto parte dalla folle idea di un giovane regista alla sua prima esperienza, che vuole mettere in scena una rilettura del Caligola di Camus. Dal primo istante lo spettacolo ci rivela una chiara intenzionalità: quella di voler puntare i riflettori sui retroscena del teatro, dalle audizioni per la scelta degli attori alle prove vere e proprie. Appellandosi dunque al meta-teatro, il regista Claudio Carafoli allestisce una trasposizione del suo stesso lavoro, con una sana dose di autoironia e giocando a non prendersi troppo sul serio.
Il giovane maestro, interpretato da Tiziano Floreani, ha a disposizione un’assistente, una grande quantità di idee fantasiose ma poco efficaci, e le dubbie abilità delle quattro attrici che lo accompagneranno nella pièce. Lo spettacolo scorre costantemente su due livelli: da un lato, l’insoddisfacente quotidianità delle prove, fatta di scarso talento da parte delle attrici e di arroganza da parte del regista, che non sa cosa vuole né tantomeno come ottenerlo; dall’altro, una dimensione onirica in cui le quattro interpreti riescono a creare esattamente cio' che risiede nella mente del direttore di scena, denotando impeccabili doti istrioniche, di danzatrici e cantanti.
Ognuna delle quattro ragazze possiede una caratterizzazione particolare, suscettibile di ulteriore approfondimento da parte dell’autore: Gioia è incredibilmente ingenua, Nora è provocante e seducente, Felpha sembra aver divorato un’enciclopedia e Nerda pare essere la più timida e impacciata. Le quattro si confrontano, litigano, si scontrano, eppure nei momenti onirici riescono a raggiungere una perfetta coordinazione, regalando al pubblico scene divertenti ed esilaranti. E alle varie interpretazioni del Caligola che le attrici compongono, si alternano i monologhi deliranti dell’inesperto regista.
Ancora una volta Carafoli ha saputo confezionare uno spettacolo di intrattenimento intelligente, alla base del quale pone il sentiero più volte battuto della commistione tra generi diversi: dal varietà al dramma, dall’operetta alle erudite citazioni. Come già dimostrato in passato, il regista si dimostra abilissimo nell’orchestrare scene corali, ideando partiture verbali e coreografiche di grande riuscita e ottenendo il totale consenso da parte del pubblico. Decisamente convincenti le giovani interpreti: Eleonora Gnazi, Valentina Traini, Cristel Checca e Domiziana Loiacono.

Cecilia Carponi